DBRS taglia il rating sull’Italia

L’agenzia di rating DBRS ha tagliato di uno scalino il rating sovrano dell’Italia a BBB (high) da A (low), giudicando l’outlook stabile. Alla base della decisione, secondo quanto si legge nella nota diffusa da DBRS, si riscontra un mix di diversi fattori politici, economici e creditizi, tra cui spicca l’aleatorietà sulla capacità politica del nostro Paese di sostenere il percorso, complesso, delle riforme strutturali con un nuovo governo (guidato da Gentiloni) che dovrà affrontare a sua volta una strada piuttosto intricata per poter esercitare i propri margini di potere.

Tra le altre determinanti che hanno condizionato la scelta dell’agenzia di rating, vi è inoltre – intuibilmente – la protratta debolezza del settore bancario, in un quadro di persistente debolezza della crescita economica.

Si noti in merito che il downgrade porta la valutazione di DBRS allo stesso livello di quella di Fitch (BBB+) mentre le agenzie Moody’s e S&P’s conservano ancora un giudizio rispettivamente di uno e due scalini inferiore, a Baa2 e BBB-.

Il taglio di DBRS comporta per il Paese la discesa nei rapporti con la BCE dalla categoria di rating AAA/A a quella BBB, con un automatico aumento dei tagli applicati da Francoforte ai titoli di Stato italiani portati in rifinanziamento. In questo senso la Banca d’Italia ha tuttavia sottolineato che il downgrade dovrebbe avere un “effetto limitato” sulla capacità delle banche italiane di accedere al rifinanziamento in BCE.

In attesa di saperne di più, il declassamento imporrà a chi vuole accedere ai finanziamenti della BCE di incrementare il volume di titoli di Stato da utilizzare in garanzia, considerato che l’istituto di Francoforte incrementerà l’haircut sul nostro debito. Insomma, non proprio una buona notizia…

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