Continuano i colloqui per poter stabilire il futuro di Air Berlin, la seconda compagnia aerea tedesca, attualmente in corso di fallimento. Il destino dell’operatore continua a dividere il governo di Berlino – scrive la Frankfurter Allgemeine Zeitung – sottolineando che il ministro dei trasporti, il cristianosociale Alexander Dobrindt, ha auspicato che “parti importanti della Air Berlin siano assorbite dalla Lufthansa“, andando in tal modo a “sponsorizzare” la riconduzione degli asset più rilevanti della Air Berlin all’interno di quello che ad oggi è il principale operatore nazionale tedesco.
Il ministro Dobrindt ha di fatti confermato di preferire questa soluzione, al fine di poter salvaguardare con la maggiore efficacia i posti di lavoro nel Paese e per rafforzare una compagnia tedesca rispetto alle concorrenti straniere, le cui mire nei confronti di Air Berlin sono state tiepidamente avanzate nel corso degli ultimi giorni.
Ad ogni modo, la posizione di Dobrindt non è certo quella dell’intero governo. Negli stessi momenti in cui il ministro dei trasporti sanciva tali affermazioni, infatti, la ministra dell’economia Brigitte Zypries, socialdemocratica, ha precisato che il governo non parteggia per nessuna delle aziende interessate alla Air Berlin e che, di fatti, non vuole e non può sedere al tavolo delle trattative.
Ricordiamo che ad oggi il 49% del mercato aereo tedesco è nelle mani del Gruppo Lufthansa, e che Air Berlin era (è) il secondo operatore nazionale con il 14% della quota nazionale. Il resto delle altre principali compagnie in possesso delle quote più rilevanti del mercato della Germania sono straniere: Ryanair con l’8% e easyJet con il 4%, entrambe low cost.
