Anche se Abraham Lincoln era presidente degli Stati Uniti, Jefferson Davis era pur sempre il presidente degli Stati Confederati d’America, ovvero di quegli Stati del Sud che avevano deciso di non voler più far parte degli Stati Uniti poichè non erano d’accordo con gli altri Stati su molte cose, soprattutto sulla schiavitù. I loro disaccordi portarono alla guerra civile americana.
La storia di Jefferson Davis
Davis nacque il 3 giugno 1808 nel Kentucky. I suoi genitori erano agricoltori che possedevano schiavi. Jefferson crebbe nel Mississippi e si diplomò all’Accademia militare americana di West Point nel 1828.
Carriera negli Stati Uniti
Davis prestò servizio nell’esercito fino al 1835. Tornò quindi in Mississippi e gestì una piantagione. Nel 1845 Davis fu eletto alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ma nel 1846 lasciò il Congresso per comandare le truppe del Mississippi nella guerra del Messico. Ottenne una grande vittoria nella battaglia di Buena Vista.
Tornato dalla guerra come un eroe, Davis divenne senatore degli Stati Uniti per il Mississippi nel 1847. Dal 1853 al 1857 fu segretario alla Guerra sotto il presidente Franklin Pierce. Davis divenne nuovamente senatore nel 1857. All’epoca, nordisti e sudisti stavano discutendo su molte questioni e Davis cercò di far collaborare le due parti, sebbene infruttuosamente: i contrasti tra le due fazioni divennero infatti sempre più importanti, fino a quando si giunse alla proclamazione della Confederazione.
La Confederazione
Nel gennaio 1861 il Mississippi secedette, ovvero lasciò l’Unione. Molti altri Stati fecero lo stesso e i rappresentanti di questi Stati scelsero Davis come presidente. Davis entrò ufficialmente in carica il 18 febbraio 1861 ordinando l’attacco a Fort Sumter, nella Carolina del Sud, il 12 aprile. L’attacco diede inizio alla guerra civile americana.
Come presidente, Davis ebbe un compito difficile. Gli Stati Uniti avevano più persone e più risorse della Confederazione e dopo quattro anni di combattimenti, le truppe confederate furono costrette ad arrendersi. Ciò pose fine agli Stati Confederati d’America.
Davis lasciò quindi Richmond, in Virginia, che era la capitale confederata. Il 10 maggio fu catturato in Georgia, e fu messo in prigione per infedeltà agli Stati Uniti, anche se non fu mai processato. Dopo due anni fu rilasciato. Davis trascorse un periodo in Canada e in Europa, poi gestì una compagnia di assicurazioni a Memphis, nel Tennessee. Morì a New Orleans, in Louisiana, il 6 dicembre 1889.
Giunse così al termine una storia davvero unica nel panorama dell’evoluzione degli Stati Uniti d’America, una parentesi particolarmente cruenta che è servita a creare e formare l’Unione, in un modo simile a quello che conosciamo oggi.