Anidride carbonica, cos’è e da cosa è composta

L’anidride carbonica (CO2) ha numerose applicazioni commerciali, dai laser alle bevande gassate. Si tratta di un composto inorganico che esiste nell’ambiente terrestre e può provenire da diverse fonti: la sua importanza come gas a effetto serra lo ha reso oggetto di molte discussioni, considerato che quando è presente in eccesso, può causare effetti negativi sul pianeta.

Ciò premesso, per comprendere come funzioni l’anidride carbonica, ricordiamo come nel processo di decomposizione dei materiali organici, nella respirazione e nella combustione, due molecole di ossigeno siano legate covalentemente a una singola molecola di carbonio, generando anidride carbonica. Le piante, che invece sono in grado di assorbire l’anidride carbonica prodotta per utilizzarla nella fotosintesi, hanno mantenuto stabile la quantità di anidride carbonica nell’ambiente prima dell’inizio del XX secolo.

La scoperta dell’anidride carbonica

Anche se non si sapeva come si chiamasse l’anidride carbonica, già nel 1600 si pensava a questa sostanza presenti in natura. Nel XVIII secolo, il chimico scozzese Joseph Black, che identificò il composto e ne esplorò le proprietà, fece osservazioni rivoluzionarie che accennavano alla sua esistenza, dopo che il chimico olandese Jan Baptist van Helmont aveva fatto osservazioni che accennavano alla sua esistenza. Molte delle sue forme erano già state create e studiate nel 1800.

Come si presenta l’anidride carbonica

A temperatura ambiente, l’anidride carbonica si presenta sotto forma di un gas inodore e incolore, incombustibile in condizioni normali. In alte concentrazioni, il gas può essere tossico per gli animali perché può essere costretto a trasformarsi in una forma solida, chiamata ghiaccio secco. Quando il livello di saturazione dell’ossigeno si abbassa, le persone che ne inalano troppo soffocano e perdono i sensi.

Questo gas, necessario per il funzionamento del ciclo del carbonio, viene utilizzato per diverse applicazioni, come la creazione di un’atmosfera inerte per la saldatura, la soppressione degli incendi e la carbonatazione delle bevande. Alla fine del XX secolo è stato lanciato l’allarme sul fatto che l’uomo produceva più di quanto le piante potessero elaborare, con la possibilità di effetti dannosi per l’ambiente.

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