La Klebsiella: cos’è e come si sviluppa

polmoniIl genere Klebsiella comprende alcune specie di batteri, presenti in tutti gli animali, così come nell’uomo. Il nostro organismo ospita diverse specie di Klebsiella, alcune delle quali sono presenti nell’apparato respiratorio, altre fanno parte della famosa flora intestinale. Sono batteri che, in condizioni normali, su di noi non hanno alcun effetto negativo.

Quando un amico diventa un nemico

ci sono particolari condizioni in cui la diffusione della Klebsiella non è però così piacevole e innocua. In persone che vivono alcuni giorni nei reparti di rianimazione, nei tossicodipendenti in comunità di recupero, nelle persone immunodepresse o sieropositive, la Klebsiella può avere uno sviluppa anomala, che dà vita ad alcune infezioni ben note. Le infezioni da Klebsiella si possono sviluppare anche in seguito alla nascita di microorganismi mutati, che resistono ai più diffusi antibiotici. In effetti questi batteri gram negativi sono normalmente resistenti ad alcuni antibiotici, cosa che ne rende la diffusione ancora più pericolosa. A tal proposito è possibile informarsi sul sito Klebsiella.it.

I sintomi

Le infezioni da Klebsiella più tipiche sono la polmonite e diverse tipologie di infezioni all’apparato urinario, come la cistite. In alcuni pazienti tali infezioni si presentano in concomitanza con altre affezioni, cosa che ne rende difficoltosa la diagnosi. Tipicamente le infezioni da Klebsiella portano al sanguinamento: quindi espettorato sanguinolento, o tracce di sangue nelle urine. Quando si è in presenza di questo tipo di manifestazioni, soprattutto in caso di persone immunodepresse o con malattie croniche, è importante effettuare rapidamente l’urino coltura o la coltura dell’espettorato, in modo da poter poi riconoscere il batterio che sta causando l’infezione, per trovare rapidamente una causa.

La polmonite da Klebsiella: una diagnosi poco favorevole

Purtroppo la polmonite da Klebsiella in pazienti ospedalizzati porta in moltissimi casi alla morte, anche quando l’infezione viene correttamente diagnosticata. In molti casi la prevenzione è il metodo migliore perché tale infezione si diffonda rapidamente, soprattutto in alcuni reparti ospedalieri. I protocolli dell’OMS sono chiari e severi: l’igiene è la parola d’ordine, che permette di frenare la diffusione di questi batteri. In molti casi infatti il batterio si diffonde attraverso le mani dei sanitari, o strumenti scarsamente igienizzati. Alcuni pazienti vengono infettati dalla Klebsiella tramite i cateteri, venosi o urinari, o anche con le apparecchiature per la respirazione assistita. In questi casi si tratta spesso di persone con salute già compromessa, cosa che rende ancora più pericoloso lo sviluppo della Klebsiella.

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