Cos’è l’ableismo

L’ableismo è la discriminazione e il pregiudizio sociale contro le persone con disabilità basato sulla convinzione che le abilità tipiche siano superiori. Generalmente, l’abileismo è radicato nell’assunzione che le persone disabili hanno bisogno di essere “aggiustate” e definisce le persone in base alla loro disabilità. Come il razzismo e il sessismo, l’aceismo classifica interi gruppi di persone come “meno di”, e include stereotipi dannosi, idee sbagliate e generalizzazioni delle persone con disabilità.

L’ableismo può assumere molte forme, tra cui la mancanza di conformità con le leggi sui diritti dei disabili, la segregazione degli studenti con disabilità in scuole separate, l’’uso della costrizione o dell’isolamento come mezzo di controllo degli studenti con disabilità, la segregazione di adulti e bambini con disabilità negli istituti, l’assenza di incorporazione di requisiti di accessibilità nei piani di progettazione degli edifici, il presupposto che le persone con disabilità vogliano o abbiano bisogno di essere “aggiustate”, usare la disabilità come una battuta, o prendere in giro le persone con disabilità, rifiutarsi di fornire sistemazioni ragionevoli , e così via.

Insomma, l’ableismo può assumere tante forme, anche nella quotidianità, prevalentemente minori. Si pensi a quando si sceglie un luogo inaccessibile per un incontro o un evento, escludendo così alcuni partecipanti, o a usare il dispositivo di mobilità di qualcun altro come appoggio per le mani o per i piedi,

Ancora, si può cadere in questa condizione quando si inquadra la disabilità come tragica o ispiratrice in storie di cronaca, film e altre forme popolari di media , o quando si sceglie un attore non disabile per interpretare un personaggio disabile in un’opera teatrale, un film, un programma televisivo o una pubblicità.

Altri esempi possono essere quelli di fare un film che non ha una descrizione audio o sottotitoli, usare il bagno accessibile quando si è in grado di usare quello non accessibile senza dolore o rischio di lesioni, parlare a una persona con disabilità come se fosse un bambino, parlare di lei invece che direttamente a lei, o parlare per lei, e fare domande invasive sulla storia medica o sulla vita personale di una persona con disabilità.

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