Stando ad alcune ricerche compiute negli USA, è in continua crescita il numero degli studenti che potrebbero soffrire di disturbi affettivi stagionali, una particolare condizione aggravata dall’inverno, dalle giornate più buie e dal ridursi delle attività all’aria aperta.
Si tratta di “un sottoinsieme di un disturbo depressivo”, ha detto Jordan D. Barnard, psicologo presso la Pennsylvania State University Counseling and Psychological Services (CAPS). “Similmente ad altri disturbi dell’umore, è qualcosa che provoca disabilità clinica in diversi settori, quelli sociali, accademici, occupazionali, su un ciclo stagionale. I sentimenti associati alla SAD – sindrome da disturbi affettivi stagionali tendono a peggiorare quando fa più freddo; tuttavia, i sintomi potrebbero iniziare già ad agosto in alcuni pazienti” – ha poi rammentato.
L’inizio della manifestazione dei sintomi dipende insomma da dove ci si trova, da quanto stress si ha accumulato e da ciò che sta accadendo nella propria vita, ha poi specificato Norman Rosenthal, M.D., autore di Winter Blues.
Alcuni segni tipici di qualcuno che soffre di SAD è la scarsa voglia di uscire con gli amici o essere in ambienti sociali, dormire spesso o non dormire abbastanza, mangiare troppo o troppo poco e, generalmente, essere affetti da una perdurante tristezza.
Una condizione resa ancora più grave in ambito universitario. “Al liceo, i genitori hanno aiutato i bambini ad alzarsi e andare a scuola ogni giorno”, ha detto Rosenthal “ma all’università, all’improvviso. Gli studenti restano svegli fino a tardi, bevono di più, dormono fino a tardi, saltano la lezione mattutina o trascinano avanti nelle proprie attività, ma senza efficacia”.
